Gestire gli assets digitali nella ricerca e innovazione: applicazioni e impatti delle tecnologie web 3.0 e blockchain

Airi, in collaborazione con Fondazione Piemonte Innova e il progetto europeo TechEthos, ha organizzato un simposio (@NanoInnovation 2023) dedicato alla creazione e valorizzazione di assets digitali mediante tecnologie Web 3.0, ed alle implicazioni etiche, legali e sociali ad essi collegate. 

La sessione si è aperta con l’intervento del Prof. Antonio Punzi dell’Università Luiss sui cambiamenti che la legislazione sta vivendo nell’adattarsi alle nuove tecnologie digitali. 

Le norme non riescono a seguire la velocità di sviluppo della tecnologia e le usuali categorie che si applicano a persone e oggetti fisici non sempre si possono mutuare per l’oggetto digitale. Vi è la necessità di una nuova forma di collaborazione tra innovatori, giuristi e legislatori affinché la normativa sia capace di rispondere in maniera efficace all’evoluzione tecnologica. 

Infine, il tema più complesso e dalle ricadute più profonde: può la tecnologia imporre le proprie regole, sovrastando in maniera spesso non percepibile il nostro libero arbitrio? Forse non c’è ancora una risposta univoca, ma per evitarlo l’Europa sta lavorando per definire punti fermi in termini di valori e principi non negoziabili nel contesto delle normative in sviluppo afferenti al mondo digitale, e in maniera più specifica all’intelligenza artificiale. 

Il Dr. Jacopo Fracassi, ricercatore presso l’Osservatorio Realtà Aumentata & Metaverso, e l’Osservatorio Blockchain & Web3 del Politecnico di Milano, ha parlato di Metaverso e delle interconnessioni possibili tra i diversi mondi digitali nel Web3. 

Il Metaverso consiste in un ecosistema immersivo, persistente, interattivo e interoperabile, il cui impatto è rappresentato dall’interconnessione tra i molteplici mondi virtuali che lo compongono.  Uno strumento a supporto delle interconnessioni nel Web3 è la Blockchain, che consente di creare dei propri digital assets e stabilirne la proprietà in modo trasparente e facilmente verificabile da tutti gli utenti.  

La crescente conoscenza delle potenzialità, della gamma di dispositivi utilizzabili e della capacità di rispondere alle necessità degli utilizzatori guideranno lo sviluppo del Web 3.0 nei prossimi anni e la sua integrazione e utilizzo da parte del mondo produttivo e delle persone. 

La specialista legale di Ales SpA, Gallerie degli Uffizi, Serena De Laurentiis, ha portato una testimonianza sull’uso del Web 3.0 al patrimonio culturale. Le Gallerie hanno studiato come applicare le nuove tecnologie digitali alla tutela e alla gestione del proprio patrimonio artistico, ed insieme far rispettare le norme sulla proprietà intellettuale ed evitare usi incontrollati di immagini ritraenti le opere d’arte o il nome stesso degli Uffizi. 

Un tema rilevante è quello degli NFT (Non Fungible Token), la cui crescente importanza per l’economia, ma anche per l’arte e la proprietà intellettuale, ha dirette ricadute sui musei. L’ostacolo maggiore ad una buona gestione degli NFT è la mancanza di una loro chiara definizione normativa. Il tema del diritto d’autore e di proprietà in riferimento al Web 3.0 ed alle tecnologie ad esso collegate porta a sfide normative che devono essere affrontare al più presto. 

A seguire, Francesco Crisciotti, Functional Analyst di DSG, ha presentato il progetto piemontese BIAS – Blockchain enabled Intelligent Agricultural Services, che mira allo sviluppo di una piattaforma tecnologica per la tracciabilità e la certificazione della filiera agroalimentare. Grazie a Intelligenza Artificiale e DLT (Distributed Ledger Technologies) di nuova generazione, incrementa la sicurezza degli alimenti tracciandone origine, qualità e fasi di lavorazione: il prodotto finale è dunque certificato con sistemi DLT, e il consumatore può verificarne la qualità accedendo digitalmente alla sua storia. Ciò rafforza la fiducia tra produttore e consumatore, così come la capacità di controllo degli organi preposti. 

Infine, il fondatore di ChemChain Lorenzo Zullo ha parlato di come la blockchain possa aiutare a raggiungere trasparenza e sostenibilità nelle filiere di approvvigionamento delle imprese chimiche, migliorandone anche la reputazione. La crescente pressione di consumatori e governi per la transizione all’economia circolare è una sfida che richiede alle aziende una chiara tracciabilità dei prodotti e dei loro componenti, per certificarne la sostenibilità in ogni fase di lavorazione. La blockchain e il passaporto digitale dei prodotti garantiscono questi standard, e sono anche fondamentali per avviare una corretta catena del riuso e del riciclo, oltre a garantire l’autenticità del prodotto ovviando il problema della contraffazione della merce.